Un Piano di Area Vasta per il territorio della Comunità Collinare del Friuli
Il Progetto Susplan ha offerto alla Comunità Collinare l’opportunità di elaborare per il suo territorio un piano di area vasta, delineando le strategie per il suo sviluppo futuro sulla base delle sue caratteristiche identitarie, anche attraverso il confronto con le politiche territoriali delle regioni limitrofe. Adeguandosi alla riforma urbanistica regionale in atto, anticipandone i contenuti e creando le condizioni per la sua futura applicazione, la Comunità, pur non avendo alcun ruolo ufficiale nè alcun potere nella gestione del territorio (ambito di competenza concorrente di Comune e Regione), si è attribuita in via sperimentale il ruolo di Sistema Territoriale Locale proponendosi di offrire ai Comuni una visione contestualizzata del mosaico delle politiche e delle strategie singolarmente adottate per cercare di capire le direttrici comuni da assumere per il futuro.
Il piano strategico prende le mosse dalla sintesi dei vari approfondimenti settoriali che hanno improntato la lunga fase preparatoria messa in atto dai lavori promossi dalla Comunità Collinare nell’ambito del Progetto SUSPLAN e precedenti (Piano di valorizzazione, studio sul fabbisogno, Carta dei Valori, Statuto) e riassume, per rappresentarne sintesi e facilitarne la leggibilità, le direttrici comuni e condivise da mettere alla base delle azioni di gestione territoriale di competenza singoli comuni.
In mancanza di linee guida sovraordinate, il riferimento metodologico è stato quello della scuola territorialista toscana. Si è proceduto con un percorso bottom-up fondato su esperienze di partecipazione e condivisione, sulla disponibilità interna di un aggiornato sistema informativo territoriale e sulla collaborazione di professionalità esterne resa possibile dalle risorse del progetto.
L’esperienza pilota condotta dalla Comunità Collinare del Friuli ha portato all’elaborazione di quattro documenti:
La “Carta del fabbisogno residenziale, industriale e commerciale” dell’area della Comunità Collinare del Friuli definisce il quadro analitico attuale e alcuni scenari previsionali di medio-lungo periodo sul fronte della domanda e dell’offerta di servizi al cittadino (quali per esempio la disponibilità di alloggi e attrezzature complementari alla residenza, la vicinanza dei luoghi di lavoro e la presenza di servizi terziari, emporiali e commerciali ecc.) dei Comuni consorziati. Costituisce la base di partenza necessaria per la definizione di strategie mirate alla riduzione del consumo di territorio e all’ottenimento di un equilibrato sviluppo degli insediamenti così come previsto dalle direttive europee e dalle normative nazionali e regionali vigenti.
Il calcolo del fabbisogno porta al dimensionamento del piano urbanistico, ossia a definire quanto sia opportuno (o necessario) produrre alloggi e infrastrutture per gli abitanti esistenti o futuri. Tale calcolo quindi, insieme ai parametri che il piano urbanistico definisce (densità insediativa e nuove aree da urbanizzare), consente di quantificare, come conseguenza finale, il consumo di suolo. Nella “stima della domanda”, tuttavia, devono essere considerati anche elementi difficilmente valutabili nei loro effetti quantitativi quale, per esempio, l’effetto attrattivo delle qualità ambientali e paesaggistiche del territorio. Con la “Carta del fabbisogno residenziale, industriale e commerciale” ci si propone quindi di andare oltre l’esercizio di previsione, affiancando all’analisi dei dati un primo tentativo di interpretare quelle che sono le esigenze dei diversi soggetti che quotidianamente si rapportano con il territorio collinare.
La Carta dei Valori raccoglie in maniera sistematica l’insieme dei patrimoni del territorio, siano essi definiti attraverso atti politici e amministrativi o percepiti come tali dalla comunità locale. Rappresenta quindi il quadro conoscitivo, il più possibile condiviso, attraverso il quale descrivere la struttura territoriale e ambientale che definisce l’identità del comprensorio, ma nello stesso tempo ha il compito di indicare quali sono i “valori” non negoziabili, le invarianti, su cui costruire la Carta dello Statuto.
Al fine di ottenere un’ampia condivisione da parte dei soggetti locali nell’elaborazione della Carta dei Valori, è stato attivato un processo partecipativo mirato alla valutazione diretta del patrimonio territoriale e della sua evoluzione. La fase di ascolto e interlocuzione con gli stakeholders locali è stata articolata in tre fasi distinte ma parallele:
- Realizzazione di workshop iniziali di presentazione del progetto e workshop finali di discussione dei risultati raccolti;
- Realizzazione dell’Atlante delle segnalazioni dei valori territoriali, strumento webgis messo a punto nell’ambito del progetto SUSPLAN al fine di raccogliere in maniera agevole e più ampia possibile le indicazioni su quali siano gli elementi importanti nel determinare il valore del territorio;
- Elaborazione e affissione di stampe foto aeree in ogni Comune del comprensorio assieme alla relativa scheda di segnalazione degli elementi di valore percepiti.
I dati sono stati raggruppati e analizzati secondo quattro categorie principali: patrimonio ambientale-paesaggistico (elementi di valore ecologico e paesaggistico), patrimonio storico-culturale (elementi che definiscono l’evoluzione storica e culturale di un territorio quali edifici pubblici e privati, luoghi e realtà economiche e sociali che derivano dalla storia del territorio), patrimonio sociale (elementi che forniscono servizi diretti alla popolazione come i servizi sociali in ambito assistenziale, educativo e ricreativo), patrimonio economico (elementi che determinano la struttura economica e produttiva: aree e attività agricole, industriali, commerciali e di servizio).
La Carta dello Statuto è lo strumento di garanzia che si prende carico dei “valori” individuati nell’ambito della Carta dei Valori e ne sviluppa i contenuti, ne persegue la condivisione con i soggetti che hanno il compito istituzionale della gestione del territorio, arrivando a stabilire le “regole” per una gestione sostenibile.
Lo Statuto del Territorio è un codice di manutenzione e trasformazione del territorio elaborato collettivamente, una raccolta di linee guida composta da
obiettivi generali, validi per tutto il territorio, declinati in diversi
obiettivi specifici perseguibili attraverso
azioni territoriali che si esprimono con orientamenti/indirizzi in grado di dialogare con altri strumenti di pianificazione o specifici atti di programmazione. Per ogni azione dello Statuto viene riportata la modalità e la facilità di attuazione della stessa.
Il Piano strategico, inteso come momento di formulazione di idee da condividere e da applicare attraverso i Piani urbanistici utilizzando regole comuni, non interrotte dai confini amministrativi, propone di valorizzare e ottimizzare le risorse disponibili, propone cioè la manutenzione del territorio (inteso sia come supporto geografico – edifici e infrastrutture – sia come deposito di patrimonio culturale e identitario).
La valorizzazione viene proposta attraverso due gruppi di azioni per il futuro sviluppo:
- da un lato migliorare la qualità degli ambiti residenziali, affidare un nuovo ruolo all’agricoltura nella qualificazione del territorio e nella protezione dei sistemi residenziali, valorizzare il paesaggio e la natura creando le connessioni fra le aree naturali e quelle insediate;
- dall’altro la gestione attraverso interventi puntuali e di limitato impatto del sistema produttivo e quello infrastrutturale, in quanto sistemi generalmente dotati di un assetto equilibrato, sufficientemente diversificato e diffuso.
Il Piano tiene conto che i singoli Comuni hanno esigenze diverse, dovute alle diverse condizioni socio-economiche, geografiche, politiche e alle diverse vocazioni, e pertanto è stilato sotto forma di linee guida (8 nello specifico) che ciascun Comune può poi declinare come meglio ritiene opportuno. Le linee guida sono poi accompagnate da alcune immagini, che illustrano il tema e fanno degli esempi di come le azioni di trasformazione potrebbero funzionare. Inoltre, per aiutare gli attori che agiscono nel territorio a riflettere sulle trasformazioni, a conoscere possibilità, nel caso migliore a ri-definire i propri specifici interessi e obiettivi per la valorizzazione del territorio, il Piano propone tre diversi scenari di sviluppo:
- Scenario negativo: mostra cosa succederebbe se venisse costruito ex-novo solo il 25% dell’esistente (quindi metà in % di quanto costruito dal ’72 al ’01) e se prevalesse la dispersione dell’edificato (edifici lungo i bordi stradali, edifici in mezzo ai campi, ampliamento di piccolissimi nuclei già dispersi). L’insediamento si amplia prevalentemente secondo la logica “un terreno = una casa monofamiliare con giardino” e comporta l’estensione delle reti di urbanizzazione;
- Scenario tendenziale: mostra cosa succederebbe se le tendenze in atto continuassero in futuro, cioè se venisse aggiunto all’esistente fra il 25% e il 50% e questo venisse costruito in parte in modo disperso, in parte in modo continuo con l’esistente, con ampliamento ai margini. Questo processo potrebbe essere positivo o negativo a seconda dei modi e delle forme della sua realizzazione;
- Scenario positivo: mostra gli effetti della messa in pratica delle politiche di densificazione e compattazione delle linee guida. Anche se si edificasse il 50% dell’edificato esistente oggi il consumo di suolo sarebbe contenuto per le scelte di localizzazione e di dimensionamento: edificazione in continuità, minor spazio aperto per ciascun lotto, realizzazioni nei lotti interclusi di aree già urbanizzate, mantenimento della separazione fra i centri… Questo scenario di densificazione, però, può comportare dei problemi se supera una certa massa critica e comincia ad essere congestionato.
Infine viene riportato uno scenario di sintesi con una prospettiva a volo d’uccello, dove sono specificati alcuni dispositivi per intervenire nel senso indicato dalle linee guida.
In generale il progetto è basato sulla condivisione delle interpretazioni dello stato di fatto, degli obiettivi e degli indirizzi per il futuro governo del territorio al fine di portare a scelte più consapevoli e sostenibili. Un approccio che parte dal basso, che costituisce il supporto per le decisioni che riguardano il futuro del territorio collinare, ed è il primo passo per integrare le diverse istanze espresse dal territorio e per ridurre al minimo i conflitti tra gli obiettivi dei diversi attori territoriali.